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Fiume "porto franco": la storia di partenze, viaggi e (non)ritorni

Le città di Fiume e di Trieste hanno una storia molto simile essendo state ambedue dei porti dell'Impero austro-ungarico. Ma Trieste rimase sempre la prima e più "evoluta" rispetto a Fiume.



Un porto per Budapest


Attorno al 1776 Maria Teresa e Giuseppe II separano il porto di Fiume dalla porzione dell'Impero austriaco, di conseguenza lo regalano al regno d'Ungheria.

Già agli inizi del XVIII secolo a Trieste abitavano 30 000 persone circa, mentre a Fiume gli abitanti era all'incirca 8 000. All'Impero bastava però un porto unico, la Corona pertanto decise di investire nel porto più grande, quello di Trieste. Verso il 1776 Maria Teresa e suo figlio, il co-reggente Giuseppe II separarono il porto di Fiume dalla porzione dell'Impero austriaco, regalandolo di conseguenza al regno d'Ungheria. Comincia così il periodo della dominazione degli ungheresi sul porto di Fiume, un porto etnicamente molto disomogeneo, con una presenza maggioritaria italiana, ma con molti altri elementi etnici: croati, sloveni, serbi, ungheresi, ebrei e molti altri.


Il compromesso austro-ungarico: il porto cominciò a crescere


Dopo la proclamazione del Compromesso Austro-Ungarico nel 1867, il porto di Fiume cominciò a svilupparsi con ritmi sempre più veloci, vennero costruite diverse fabbriche, tra cui il Silurificio Whitehead di Fiume, la Manifattura Tabacchi Fiume e la famosa fabbrica di carta Smith and Meynier.




http://fiumetrieste.blogspot.com/2013/03/la-manifattura-tabacchi-di-fiume.html



Finalmente il porto divenne una via commerciale importante da cui iniziarono a partire le navi verso i porti dell'Europa occidentale e verso l'Inghilterra. Ma soltanto a cavallo tra il XIX e il XX secolo il trasporto dei passeggeri divenne una delle priorità del porto e Fiume si affermò con uno snodo fondamentale per chi voleva emigrare verso gli Stati Uniti.


Partenze oltreoceano



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume

Dalla fine dell'Ottocento il porto di Fiume si specializzò nel trasporto degli emigrati, tant'è che in città fu costituita la Hungarian-American Line, una compagnia per il trasporto d'oltreoceano che si dotò di tre transatlantici che partivano a Fiume ogni 10-15 giorni: la Slavonia, la Panonia e la Carpathia. Per mantenere un linea di trasporto così frequente, le compagnie di trasporto si dotarono di rappresentanti/agenti presso i maggiori porti e città dell'Impero. In seguito, i tre transatlantici fiumani furono acquisiti dalla Cunard-Line all'inizio del Novecento e vi fu aggiunta una quarta nave, l'Ultonia.



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume

Le navi della Cunard-Line partivano anche da Trieste e dagli altri maggiori porti europei.

Si trattava di viaggi della durata di circa 18 giorni che prevedevano da 1500 a 2000 persone a bordo, più ovviamente 500 persone di servizio. Tra le nazionalità in partenza da Fiume il 40 per cento era costituito dagli ungheresi, il 25 per cento da slovacchi, il 15 per cento dai tedeschi ungheresi, mentre una minima percentuale era costituita dai rumeni, i croati e dagli italiani.



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume

Fiume ospitava anche un albergo per gli immigrati che aveva come compito accoglierli prima della partenza (cioè in arrivo dall'entroterra dell'Impero). Gestito malamente da parte dello stato, l'albergo fiumano offriva formalmente 500 posti letto, ma in realtà finiva per ospitare fino a 2000 persone.



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume


Tra le navi fiumane più famose si annovera sicuramente la Carpathia, il transatlantico che per primo soccorse i naufraghi del Titanic. Si stima che la Carpathia, nel corso della sua attività, riuscì a trasportare oltreoceano più di 300 mila emigrati.


Tra le navi fiumane più famose si annovera sicuramente la Carpathia, il transatlantico che per primo soccorse i naufraghi del Titanic.


Una volta arrivati negli Stati Uniti, gli immigrati si sottoponevano a controlli medici per l'ammissione sul territorio americano. Fiorello la Guardia, giovane console americano a Fiume agli inizi del Novecento (e futuro famoso sindaco di New York dal 1934 al 1945), introdusse l'obbligo dell'esame medico per chi partiva, una prassi che diminuì fortemente i rimpatri dovuti a malattie infettive.



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume

Le reazioni delle autorità magiare e croate


Certo è che le autorità magiare e quelle croate non vedevano di buon occhio né le partenze né il lavoro degli agenti delle compagnie navali. Un'emigrazione di tali dimensioni divenne ben presto una notizia allarmante per i politici croati: l'insoddisfazione per le paghe basse, lo standard di vita molto precario e la vita in generale portava molti a fare le valigie e andarsene.


A Fiume la presenza dello stato fu particolarmente presente. Da una parte, le agenzie di emigrazione furono accusate dalle autorità ungheresi di minacciare gli interessi nazionali e di incoraggiare l'emigrazione del popolo; dall'altra però, il regno ungherese prelevava il cinquanta per cento degli introiti delle agenzie di emigrazione, rimpinguando così le casse dello stato e portando i prezzi dei biglietti fiumani a essere tra i più alti in Europa.


Chi guadagnava di più?


Sulle sorti, spesso molto dure, dei migranti, sembravano guadagnarci tutti: gli agenti che organizzavano il trasporto, il regno ungherese che riempiva le casse dello stato tassando fortemente le compagnie di trasporto e i mercanti fiumani che approfittavano, ciascuno a modo proprio, dell'emigrazione. Forse, tra tutti, ci guadagnarono anche i migranti, anche se non tutti - quelli che nel Nuovo mondo trovarono sicurezza, prosperità e lavoro.



Per gentile concessione del Museo civico di Fiume



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